BRACCONAGGIO: UCCISO NELLE MARCHE CALOGERO, UN RARISSIMO ESEMPLARE DI FALCO LANARIO.

Quello che è accaduto nel comune di Osimo (AN) è un atto criminale che pregiudica la buona riuscita del progetto di ripopolamento finanziato dal Life LANNER.

Anche Calogero, come Carlotta, ancora viva e stabilizzata in provincia di Roma, e Camilla, morta per elettrocuzione in Sicilia, aveva raggiunto la sua autonomia, dopo l’impegnativo percorso di rilascio con metodo di hacking.

In questa stagione 2024 è stata raggiunta una svolta importante nell’ambito dei rilasci: dopo i primi anni di tentativi non andati a buon fine, si è ottenuto un ottimo risultato nella sopravvivenza a lungo termine dopo la liberazione dei giovani lanari, che hanno conquistato la loro indipendenza.

E così aveva fatto Calogero: nei primi giorni di luglio, dopo un mese di hacking intorno all’area del rilascio, si era allontanato, per essere poi recuperato dagli operatori in provincia di Campobasso, affamato, ma in buone condizioni di salute. È stato riportato al box, come per le sue sorelle, dove ha continuato a volare il loro compagnia, affinando le tecniche di caccia, e spostandosi per diversi chilometri per tornare ogni volta che ne avesse bisogno.

Si è poi allontanato definitivamente ad agosto, svalicando l’appennino ed esplorando diverse zone nella regione Marche. Ha frequentato campi agricoli ma anche cimiteri e santuari, in cui cacciava passeriformi e tortore dal collare, prede alla portata di un maschio dalle dimensioni più contenute rispetto alle conspecifiche femmine, rispecchiando a pieno l’obiettivo di liberare animali meno elusivi e che soffrano meno della spinta incessante dell’antropizzazione, che nel tempo ha portato queste e altre specie sull’orlo dell’estinzione.

È noto quanto la piaga del bracconaggio colpisca ogni anno decine di rapaci e altre specie protette e non cacciabili, attraverso i dati forniti grazie alla rete di CRAS con cui si interfaccia il progetto Life lanner. L’approccio adottato nei confronti dei giovani lanari, che porta alcuni di loro a frequentare zone limitrofe alle aree urbane, non è più rischioso del caso di esemplari che invece si tengono a debita distanza, considerando che non è consentito sparare entro nei pressi delle abitazioni.

E proprio lì, sul confine che separava un terreno agricolo da una tranquilla villetta, sono arrivati gli ultimi punti GPS dell’unico maschio di lanario sopravvissuto finora nel progetto, dove si trovava ormai morto. Durante le ricerche dell’animale, dati i chiari sospetti di morte, la proprietaria di un’abitazione limitrofa all’area di interesse, lamentava l’assidua presenza di cacciatori che sparavano regolarmente vicino alla sua proprietà, e nello stesso terreno non è stato difficile trovare decine di cartucce maleducatamente abbandonate, compreso un colombaccio abbattuto e non recuperato, probabilmente a causa della presenza degli operatori impegnati nella ricerca. Trovata la carcassa, si è subito proceduto con gli accertamenti, che hanno confermato la presenza di pallini da caccia nel corpo dell’animale.

Una nuova terribile notizia che grava sul grande lavoro che viene svolto ogni giorno, ma che spinge ad impegnarsi per contrastare anche questi avvenimenti.

L’attività illecita, commessa ai danni di una specie che versa in pessimo stato di conservazione, è il nuovo gravissimo episodio della lunga serie di abbattimenti illegali che si registrano nel nostro paese e contro i quali le istituzioni continuano a latitare.

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