Il decesso di Camilla: una riflessione sui pericoli delle linee elettriche per l'avifauna.
Non abbiamo neanche fatto in tempo a gioire con voi dei successi di questa stagione di
rilasci 2024, che siamo qui per comunicarvi una bruttissima notizia.
Camilla, il primo falco nato nel nostro centro nel 2024, e libera ormai da mesi, è morta a causa
delle irreparabili lesioni causate dall’elettrocuzione. Gli operatori del progetto, che seguono i falchi
ancor prima della loro nascita, tengono costantemente l’attenzione alta sugli spostamenti segnalati
grazie al GPS, installato su ogni animale che viene liberato, soprattutto nel primo periodo dopo il
loro allontanamento dall’area dell’hacking. Attraverso l’ampia rete di collaborazione creatasi nel
tempo, abbiamo mandato un controllo, a seguito della valutazione degli spostamenti anomali
rilevati dal GPS, e all’arrivo dei volontari, la situazione è apparsa subito gravissima: Camilla aveva
entrambe le zampe bruciate, con alcune dita ormai necrotizzate, e così anche la sua ala destra. I
danni da elettrocuzione sono irreparabili, soprattutto ad uno stadio così avanzato: abbiamo chiesto
di procedere con l’eutanasia, per porre fine a quella sofferenza, ma è deceduta durante la visita
veterinaria.
Camilla si trovava in Sicilia, dove si era stabilizzata ormai da parecchi giorni, spostandosi in
provincia di Palermo. Un risultato strabiliante: uno dei nostri giovani falchi si era insediato nella
terra dei lanari, e ci era andata in totale autonomia!
Camilla, seguita poi dai suoi fratelli, adottivi e di sangue, di cui vi racconteremo più avanti, è stato il
nostro primo vero successo di rilascio con metodo dell’hacking, con esemplari allevati in social
imprinting, che hanno imparano a volare e cacciare, adattandosi perfettamente alla vita in natura.
Ma di limiti, la natura, ormai ne ha tanti, e i pericoli, sia naturali che antropici, sono ovunque.
Stavolta, è stato il caso di una delle strutture antropiche più discusse, insieme alle pale eoliche, dal
punto di vista di impatti sull’avifauna: un traliccio di media tensione, nel comune di Monreale (PA).
Noi del progetto LIFE Lanner, abbiamo provveduto a mettere in sicurezza delle linee elettriche
negli ambienti potenzialmente frequentati dai falchi lanari, anche a vantaggio delle numerose
specie ornitiche che popolano i nostri territori, per circa 30 km di linee di media tensione,
rappresentati da 363 pali, più di quanto previsto da questa milestone del progetto, e certamente un
grande risultato tra i progetti LIFE italiani.
Tuttavia, il territorio italiano è vasto, e vede la presenza di più di 1.200.000 km di line elettriche tra
bassa, media e alta tensione.
Vi abbiamo coinvolti dalla sua nascita, il 1° aprile 2024, e nel suo primo spostamento, quando a giugno, per la sua prima esplorazione, è andata fino in Puglia, e dopo 1500 km percorsi in 5 giorni, è tornata (quasi) al punto di partenza, ma è stata recuperata perché debilitata dalla fame. Tornata in forze, è rimasta per più di un altro mese a volare intorno all’area del rilascio, per poi allontanarsi il 27 luglio, e recarsi di nuovo…in Puglia, percorrendo quasi lo stesso tragitto del suo primo viaggio! Ma questa volta, dopo cinque giorni, è tornata da sola, esattamente all’hacking box! Da questo momento in poi, ha compiuto solo dei piccoli spostamenti, tornando a mangiare saltuariamente, e allontanandosi alla presenza degli operatori, ai quali invece nel primo periodo, come gli altri soggetti, dato il metodo di allevamento, era molto legata. Intorno alla metà di agosto si è allontanata nuovamente da quello che per tutto questo tempo, era stato il suo porto sicuro. Ha attraversato l’Italia meridionale, passando per la Campania, e fermandosi in Calabria, sfuggendo a tutti i pericoli che avrebbe potuto incontrare, attraversando poi lo stretto di Messina, sorvolando il Parco dei Nebrodi e costeggiando quello delle Madonie, fino a stabilizzarsi nei pressi del Bosco della Ficuzza: posti magnifici per l’attitudine di questa specie, la cui popolazione, non a caso, riesce ancora a sopravvivere in questi territori.
Purtroppo, però, ha incontrato, insieme ad altri esemplari di rapace già deceduti nell’area in questione, una vera e propria trappola: un campo agricolo arato, ricco di facili prede, i cui unici posatoi erano proprio i pali elettrici.
Noi continueremo ad impegnarci per far tornare questi splendidi rapaci nei nostri territori, lottando contro tutti i limiti che la nostra specie ha imposto agli animali selvatici. Camilla stavolta è volata via, e adesso non la ferma più nessuno. Un grande ringraziamento va ad Angelo Scuderi e Andrea Corso, ornitologi del GTR (Gruppo Tutela Rapaci), che si sono prontamente recati sul posto a seguito della nostra segnalazione, e hanno recuperato l’animale, portandolo velocemente al Centro Regionale Recupero Fauna Selvatica di Palermo, che ringraziamo per l’immediata assistenza.