Aida, il pulcino di lanario, è tornata dai suoi genitori
Prendersi cura di un pulcino appena nato non è affatto semplice
La nostra piccola Aida è stata affidata con successo alle cure dei genitori Gea e Atlante. Nonostante l’istinto alle cure parentali sia presente e forte nella maggior parte dei rapaci in cattività, in condizioni psico-fisiche favorevoli, non è semplice prendersi cura della prole: la cova, fase in cui falchi inesperti possono prestare poca attenzione e addirittura rompere accidentalmente le uova, e la cura dei piccoli nei primi 7 giorni dalla schiusa, determinanti per lo sviluppo del pullo, richiedono grandi sforzi da parte della coppia e una certa esperienza.
Per la nostra coppia questa è stata la prima esperienza riproduttiva, pertanto abbiamo deciso di seguirli in questo percorso, così da aumentare le probabilità di sopravvivenza del piccolo e dar loro l’opportunità di imparare ad allevare eventuali future covate. Questa procedura segue un protocollo di lavoro utilizzato in molti allevamenti, e le stesse tecniche vennero utilizzate già dai falconieri che si occuparono dell’allevamento e della reintroduzione dei falchi pellegrini negli anni ’70 con la famosa organizzazione del Peregrine Fund.
Il protocollo che abbiamo seguito per la riproduzione
Dopo la deposizione hanno covato le loro 3 uova per 10 giorni, periodo necessario per la formazione dell’embrione. Sono state poi prelevate e inserite in una incubatrice automaticaper completare il loro accrescimento in sicurezza e sostituite nel nido con 3 uova surrogate, così che la coppia potesse continuare a covare. La dimostrazione del rischio di lasciare uova probabilmente feconde a falchi inesperti è che, a poco più di metà del periodo di cova, uno è stato rotto. Delle 3 incubate, attraverso la speratura (controllo della presenza del feto nell’uovo), solo uno è risultato fecondo e vitale. A distanza di 20 giorni dall’inserimento in incubatrice si è schiuso l’uovo, e il pullo, una volta asciugato e riposato dal grande sforzo compiuto per nascere, è stato spostato in una camera calda. Aida è stata nutrita fino al settimo giorno di vita dal personale del centro, che si alternava per un periodo 18 ore al giorno.
Adorabili interazioni tra pulcino e genitori
Aida è stata posta nel nido a 7 giorni per consentire ai neo genitori di alimentare un pullo già abbastanza forte e robusto prima che il processo di imprinting potesse andare avanti. È stata utilizzata una gabbia “madre sopra”, una piccola gabbia in cui viene inserito il pullo, messa nel nido, così da testare l’istinto genitoriale della madre, che nel nostro caso ha immediatamente provato a covare il pullo: è stata così prontamente liberata dalla protezione. In questo video vi mostriamo il primo pasto di Aida fornito dai suoi genitori. Dopo averla coperta per circa mezz’ora, Gea ha iniziato ad emettere vocalizzazioni, che hanno spinto Atlante a portarle del cibo, momento in cui anche lui ha avuto il suo primo approccio con questa novità, e ha intrapreso i primi tentativi di imbeccata: dopo qualche simpatico fallimento, la piccola Aida è tornata a dormire sotto al ventre caldo della madre, con un gozzo decisamente pieno!
Allevare una covata significa per il genitori rinforzare sia il legame tra di loro che con la voliera e con l’ambiente che li circonda, dando loro la possibilità di vivere con serenità e soddisfazione la loro vita in cattività, fornendo al contempo al nostro progetto altri soggetti da liberare ai fini della conservazione della specie.