Falco lanario: prima tesi di laurea magistrale nell'ambito di LIFE Lanner
Grandi traguardi all'interno del progetto LIFE
Lo scorso 25 marzo, presso l'Università degli Studi della Tuscia, la dottoressa Lucrezia Badalassi ha brillantemente discusso la sua tesi di laurea magistrale. Il titolo con cui ha presentato il suo lavoro è "Un approccio multidisciplinare alla conservazione di una specie minacciata: il falco lanario come caso di studio". L'attività di ricerca e analisi è stata condotta per diversi mesi sotto la guida del dott. for. Giuseppe Puddu, responsabile tecnico di LIFE Lanner, e il dott. Carlo Catoni, responsabile del partner di progetto Ornis italica. È stata la prima tesi di laurea sviluppata nell'ambito del progetto, e a questa ne seguiranno certamente altre. Il coinvolgimento di studenti e giovani ricercatori è essenziale per trasferire conoscenze tecniche e passione, elementi critici per lo studio e la conservazione della natura.

Alla neodottoressa in Conservazione e restauro dell'ambiente forestale (LM-73), laureata con 110 e lode, vanno gli auguri dello staff del progetto.
Il falco lanario come caso di studio
Il lavoro della dott.ssa Badalassi si approccia alla conservazione da più punti di vista, integrando dati legati all'uso del suolo e dati GPS relativi agli esemplari liberati nella scorsa stagione. Negli ultimi decenni, le aree storicamente occupate dal lanario nel Lazio hanno subito un cambiamento relativamente all'uso del suolo a favore di superfici forestali e arbustive. Come risultato, si è verificata una riduzione degli ambienti aperti. Per cacciare le sue prede il falco lanario ha bisogno di ampi spazi aperti. Tra le ipotesi avanzate nel lavoro di tesi c'è infatti quella che, nel territorio laziale, gli habitat ideali per il falco lanario siano sempre più rari.
Minacce al lanario: i risultati ottenuti
Dalle elaborazioni condotte nella tesi il cambiamento di uso del suolo appare come minaccia concreta per il falco lanario. Ampie aree aperte che prima rappresentavano il territorio ideale per la caccia, ora sono coperte da alberi o arbusti. Come potete leggere nel nostro breve resoconto sulla specie, questo tipo di vegetazione è tutt'altro che ideale. Per un rapace che predilige steppe, campi incolti, e persino zone semi desertiche questo è un cambiamento difficile da affrontare.
Il nostro impegno: salvaguardare l'habitat del falco lanario
LIFE Lanner ha tra i suoi obiettivi principali quello di salvaguardare gli habitat di nidificazione e foraggiamento del falco lanario. Lo scopo è di riportare il territorio laziale a supportare la popolazione che vantava fino a pochi anni fa. Altro passo essenziale in questa direzione è la messa in sicurezza delle linee elettriche nelle zone interessate dal progetto, ne abbiamo parlato quiLa valutazione degli spostamenti effettuati dai giovani lanari liberati nella scorsa stagione è un altro elemento critico per comprendere le necessità della specie. Questo è stato possibile per la dott.ssa Badalassi grazie ai GPS di cui gli esemplari rilasciati nel 2020 erano equipaggiati. Nei prossimi mesi riprenderemo con nuovi rilasci di giovani monitorati via satellite, arricchendo la banca dati di ecologia del movimento di questa specie altrimenti poco conosciuta.
